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L’ad e socio fondatore Roberto Vallarino: “Nati come azienda e non semplice studio di liberi professionisti”. Tra gli appalti europei conquistati negli ultimi mesi anche quello che riguarda la centrale nucleare di Latina

È stata inserita dal Sole 24ore alla 150ª posizione tra le top 200 società di ingegneria a livello nazionale, ma Roberto Vallarino, amministratore delegato e socio fondatore di Itec Engineering – società di ingegneria a 360° con sede legale e operativa a Sarzana e sede operativa a Genova – entro il 2026 mira a scalare la classifica e a posizionare la sua azienda entro le prime 100.

Nata del giugno 2006 per volontà dell’ingegnere spezzino, Itec Engineering negli ultimi anni ha subito un’espansione pazzesca, che non si è arrestata neppure durante la pandemia. Basti pensare che il valore delle opere progettate dalla Itec supera i 950 milioni di euro. Ma considerando che “restare immobili per una società non è un’ipotesi contemplata, l’obiettivo è puntare sempre più alto”. Solo nell’arco degli ultimi due mesi, partecipando a gare europee, Itec si è aggiudicata appalti di grosso valore in diversi settori, dall’ingegneria stradale a quella idrica, tra cui quello relativo alla progettazione multidisciplinare relativa a opere, servizi e forniture per conto della Sogin – società che si occupa dello smantellamento e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi – per la centrale nucleare di Latina.

Dottor Vallarino, una curiosità. Può spiegarci meglio quale sarà l’apporto di Itec in questo tipo di lavori?
“Trattandosi di un accordo quadro della durata di tre anni non so ancora dirlo con esattezza. Posso però avanzare una rosa di possibili ipotesi in cui certamente rientrerà il lavoro della nostra società. Potremmo occuparci della progettazione relativa alla rigenerazione di alcuni impianti, così come della riqualificazione paesaggistica delle aree. In alternativa il nostro contributo potrebbe essere incentrato a realizzare delle strutture necessarie al contenimento delle scorie nucleari”.

Come è organizzato il lavoro della società e quale pensa sia il suo punto di forza?
“Sin da subito Itec è nata con l’intento di essere un’azienda e non uno studio di liberi professionisti. L’organizzazione del lavoro – tra le due sedi che operano entrambe su tutti i campi dell’ingegneria, dalla consulenza, alla progettazione sino alla realizzazione di opere – è di tipo aziendale e questo credo ci consenta di avere una visuale complessiva di tutte le opportunità di intervento a livello locale, nazionale e internazionale. Ad esempio abbiamo un ufficio dedicato proprio alle gare che è seguito con grande attenzione da 4 persone: nel 2022 ne abbiamo vinte per 12 milioni di euro, nel 2023 per 15 milioni. Strutturiamo il lavoro prefissandoci alcuni obiettivi che condividiamo con i nostri dipendenti e consulenti attraverso il piano di sviluppo triennale della società e lavoriamo con passione e impegno per raggiungerli”.

Nel corso degli anni c’è stato un lavoro in particolare che vi ha dato più soddisfazione?
“Più d’uno in realtà. Sicuramente la progettazione del ponte del fiume Serchio, il primo grosso appalto che ci siamo aggiudicati nel 2014, partecipando e vincendo una gara europea cui avevano preso parte 42 società. Poi il progetto di fattibilità tecnico economico per le infrastruttura di accessibilità del porto di Genova commissionatoci dall’Autorità di sistema portuale del mar Ligure Occidentale nel 2019. Il progetto del ponte del Papa, un lavoro da 138 milioni di euro, è nostro e questa è un’immensa soddisfazione”.

Che idea si è fatto dell’evoluzione tecnologica in ambito ingegneristico?
“In meno di 10 anni l’intelligenza artificiale entrerà in maniera importante nel mondo della progettazione, esistono già sperimentazioni in questo senso. Ciò non significa andare a sostituire il genio umano, ma avrà comunque un ruolo rilevante e non si può far finta che non esista. Come Itec abbiamo un settore dedicato a ricerca e sviluppo che si sta occupando di sviluppare un software interno che in futuro potrà essere gestito dall’intelligenza artificiale”.

 

La Nazione – Giovedì, 25 gennaio 2024
Fonte: https://www.lanazione.it/

 

 

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